venerdì 21 ottobre 2011

Esercizio 2 - Vedi anche tu quello che vedo io?

Un bell'esercizio sulla gestione del punto di vista tutto per voi.


Probabilmente tutti voi conoscete Nighthawks, il meraviglioso quadro di Edward Hopper del 1942. L'esercizio che vi  propongo oggi non è molto diverso da quello della settimana scorsa, dedicato alle descrizioni: questa immagine deve ispirarvi una breve scena descrittiva. Dovete scegliere però un punto di vista dal quale riprenderla. Avete a disposizione quattro personaggi (tre avventori e il barista), ma potete fingere anche che ci sia qualcuno, fuori dal Diner, che osserva la scena dalla vetrina - dopotutto noialtri osservatori cosa siamo, se non passanti che sbirciano nel bar? - o qualsiasi altra angolazione vi venga in mente.

Martedì 25 ottobre, dalle ore 15 alle ore 17, alla sede dello Spazio Giovani di Pavia (Via Paratici 23/25) si terrà un nuovo incontro di laboratorio, dedicato appunto alla gestione dei punti di vista. Se siete interessati, non perdetelo! Vi ricordo che la partecipazione è libera e gratuita!

1 commento:

  1. Ecco il mio svolgimento del secondo esercizio, quello sul punto di vista. Mi piacerebbe leggere altri punti di vista...


    Ti ricordi le notti d’estate in città?
    Quando, dopo aver girovagato a lungo qua e là per strade e giardini, allegra e frusciante nel tuo leggero abito rosso, con i capelli biondi sciolti sulle spalle, mi riconducevi nel nostro quartiere, le strade erano ormai deserte e solo da Phillies le luci erano accese e la sua grande vetrina splendeva come un faro nell’oscurità, attirandoci come un lampione attira le falene.
    Inevitabilmente, era Phillies la nostra ultima tappa. Ci appoggiavamo al bancone e ordinavamo una birra e, davanti ai boccali, io fumavo una sigaretta e tu mangiavi un panino, talvolta in muta compagnia di un altro solitario avventore anche lui, come me, con il vestito scuro ed il cappello a larga tesa che la moda dell’ epoca imponeva.
    Il barista, con la divisa bianca che lo faceva sembrare un marinaio, sistemava le cose dietro il bancone e scambiava con me qualche battuta.
    Tu, col rosso del tuo vestito e il biondo dei tuoi capelli, spiccavi come un fiore sotto la luce cruda della sala, ma il tuo sguardo era malinconico, mentre, assorta, ti guardavi la mano

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